giovedì 5 marzo 2009


Rosanna D’Agostino, Pregare a casa di Suor Semplice. Un cammino verso la santità, Il Coscile, 2008, 268 pp, Euro 15.

All’angelo bianco e a tutti quelli incontrati in volo. Questa la significativa e pregnante dedica posta ad apertura di un recente lavoro dell’antropologa Rosanna D’Agostino, Pregare a casa di Suor Semplice. Un cammino verso la santità. Forse sfogliando le prime pagine del libro ci si potrebbe credere smarriti in un campo come quello della critica e dell’osservazione demologica, ma non è così. Catturato dal dettato piacevole e chiaro dell’autrice, il lector in fabula aggancia il suo cappotto ed inizia il viaggio senza mai distrarsi, senza mai sbandare. E questo, per la rara capacità di chi scrive di coniugare contenuti e forme senza asperità: il contenuto, la figura di un’ancella della santità e del suo cammino; la forma, quella di un percorso altrettanto celeste e scolpito.
Capitoli e paragrafi si susseguono secondo una progressione lineare. La D’Agostino inaugura il discorso tracciando le linee biografiche della sua guida spirituale Suor Semplice (1873-1953). Poi sperimenta devozione, ritualità sacra dello spazio e antropologia della parola orante, indagando i luoghi della donna. La sacralità si fa quotidianità e rivive ora nel “verbo arcaico” (la preghiera) ora nei rapporti umani.
Tuttavia, la forte componente affettiva che accompagna la studiosa non esula mai da un alto grado di scientificità. Lo dimostrano i documenti raccolti in Appendice e ordinatamente suddivisi in Interviste, Dossier fotografico, Preghiere e canti, Fonti manoscritte. A confermare ulteriormente la serietà professionale dello scritto, infine, una esaustiva bibliografia.
“Santa” prima ancora e a prescindere dagli organismi competenti, Suor Semplice rivive nella sua Castrovillari, in Calabria, spostandosi tra documentazione e narrazione, nutrendo incessantemente le pagine di questo libro e continuando ad illuminare le strade degli uomini.
L’esergo al Capitolo 1 riassume bene quell’anello di congiunzione che il mistero insito nella santità rivela al mondo, senza mai contaminare quel supremo ed eterno progetto d’Amore: « Accade sempre qualcosa di particolare quando si incrociano la dimensione individuale e quella collettiva, e l’incontro può assumere diversi aspetti. Un individuo può avere la fugace sensazione di essere testimone della storia che si sta compiendo » (M. Augé, Perché viviamo?)
Quella storia colta nel suo farsi, nel suo statuto evolutivo, ma altresì nella sua perfetta e definitiva compiutezza di disegno divino.

Pierino Gallo

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